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L’evoluzione dei giornali on line

04/07/2008

Su Internet, il prestigio di una testata giornalistica conta. E le redazioni web si arricchiscono di giornalisti di qualità

Irrequieto, volatile, umorale. Contrariamente a quello dell’edizione su carta stampata, che tende ad essere fedele, il lettore dei giornali on line passa da un sito all’altro, modificando rapidamente i tempi di lettura. E cosa preferisce? A chi attribuisce maggiore affidabilità?


Anche su Internet il prestigio di una testata giornalistica conta. Basta scorrere le classifiche dei siti di informazione per scoprire che i più letti sono Le Monde o Le Figaro in Francia, il Corriere della Sera o Repubblica in Italia, New York Times e Cnn negli Stati Uniti.


Le elezioni, i campionati europei di calcio, gli scandali politici provocano un vertiginoso aumento di contatti nei siti più famosi. Offrire buoni articoli – ovviamente gratuiti – è un requisito necessario per incrementare prestigio e successo.


Necessario ma non sufficiente, perché nei periodi di notizie ‘normali’ il lettore naviga di qua e di là. Assapora, si lascia tentare dalle offerte altrui. E quando scopre un sito d’informazione che davvero gli piace tende a frequentarlo.


Molti siti di testate famose sono in attivo, altri lo saranno entro pochi mesi, grazie alla pubblicità che, in Rete, sta conoscendo una crescita esponenziale. In cambio bisogna offrire continui rinnovamenti grafici, una buona dose di interattività, aggiornamenti frequenti e, soprattutto, un eccellente copertura in occasione di fatti di rilievo.


La realtà, dunque, è che i siti web sono sempre più importanti; peccato però che le dinamiche per avere successo su Internet non sono ancora chiare agli addetti ai lavori. Motori di ricerca come Google news (che propone una selezione delle notizie più cliccate sulla Rete) o Yahoo news (che seleziona dispacci di agenzia) sono sempre più apprezzati, tanto che appaiono sempre ai primi posti nelle classifiche NielsenNet Ratings.


Alcuni blog, come l’americano Drudge Report, sono di fatto dei portali e selezionano secondo il proprio gradimento le notizie della giornata, il che tra l’altro genera effetti imprevisti: molti lettori arrivano sul sito del Washington Post passando per Drudge…


Alcune redazioni hanno cercato di cavalcare questo fenomeno comprando spazi a pagamento su Google, abbinati a certe parole chiave. Tra gli accostamenti principali, in Italia c’è ovviamente ‘Berlusconi’, in Francia ‘Sarkozy’, negli Usa ‘Obama’; non sempre però con risultati soddisfacenti. Da un lato perché questi servizi costano, dall’altro perché il flusso così generato permette di raggiungere picchi di lettura molto elevati, ma assai effimeri.


In conclusione, questa tendenza sta producendo un riflusso: anzichè confidare nei motori di ricerca, si punta sempre di più sulla qualità della propria offerta redazionale. Via libera allora al trasferimento di redattori effettivi dalla carta stampata al Web. Al sito di Le Monde lavorano 60 persone, a quello di Figaro 80. E chi è partito per tempo oggi vanta buoni risultati economici.


Web sì, dunque. Ma con grande attenzione alla qualità dei contenuti.


Alessandro Dattilo – Redazione Cultur-e
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