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Life-Streaming: il mondo online, subito, sempre

09/04/2015

Gabriele Cazzulini

Dalla comunicazione dei media, dove i media erano il messaggio, alla comunicazione im-mediata, dove il messaggio non è più vincolato ad un inizio e una fine: non c’è più “un” messaggio perché la realtà è la comunicazione. L’analisi di Gabriele Cazzulini.



Addio ai media? Ora si può condividere la vita online così com’è: un flusso continuo, senza filtri, per tutti. Basta una piccola applicazione per smartphone.




La nuova frontiera della comunicazione social e digital è niente meno che… la vita! Un prologo talmente roboante richiede una spiegazione adeguata. In sintesi: circa un terzo dell’intera popolazione mondiale (stima per difetto) sia è abituata a condividere la propria vita quotidiana a suon di messaggi, foto e video. La fotografia è la chiave di interpretazione: ogni messaggio, lungo o breve, è sempre un’istantanea su un preciso momento della vita. E’ un frammento che l’utente crea, estrapola e condivide all’universo web. E’ Facebook, Twitter, YouTube, Instagram, Pinterest … Ora la nuova frontiera consiste in questo: trasformare questi frammenti in un flusso continuo, ininterrotto, senza censure, tagli, modifiche. In pratica significa raccontare la propria vita così com’è, minuto dopo minuto.

Sarebbe difficile raccontare per parole e per foto ogni singolo istante: nel momento in cui descrivo uno stato di cose, un’emozione, un accadimento, questo è già cambiato, passato o addirittura finito. E’ l’effetto “media” che appunto pone una mediazione tra la realtà e la sua rappresentazione.

La soluzione tecnologica è dotarsi di qualcosa che non ponga (quasi) filtri. Dato che oggi il “bit” più diffuso della comunicazione digitale è l’ “app”, ecco pronta anche l’app per fare “live-streaming” o meglio, life-streaming, cioè per trasmettere in diretta (questo linguaggio televisivo conserva il suo valore!) “tranche” intere di vita: eventi, conferenze, interviste, dibattiti, monologhi, sproloqui, lezioni, spiegazioni, ricette, guide …

Al momento il popolo del web si è infatuato di un’app chiamata Meerkat: per ora è disponibile solo su iOS 8.0. Ma è già un’app di grido perché è integrata con Twitter, quindi lo streaming è automaticamente distribuito e accessibile su Twitter. Un salto quantico rispetto al limite dei 140 caratteri. L’alternativa, sempre su iPhone, è Periscope. Dai 6 secondi dei video su Vine al video no-stop su Meerkat e Periscope.

Come sempre accade, ogni nuova tecnologia apre nuovi spazi di comunicazione – oppure destabilizza quelli attuali. Per esempio, che fine farebbe il giornalismo se ogni utente accendesse il suo smartphone e iniziasse a fare (una volta si chiamava) broad-casting di quello che avviene intorno? Cosa sarebbe successo se qualcuno avesse trasmesso “live” la tragedia del Museo del Bardo a Tunisi? O tragedie ancora peggiori? Ogni persona diventa il media di se stesso: ogni momento può andare in video e fare notizia: punto interrogativo.

Ma anche gli eventi in quanto tali sono già profondamente cambiati: non esistono più eventi “a porte chiuse” o eventi esclusivi. Gli eventi sono per tutti, online. Non ci sono più ghetti in cui segregare la comunicazione – o almeno, fare comunicazione non solo digitale significa rinunciare alla pretesa di fare comunicazione esclusiva o limitata.

Le Relazioni Pubbliche diventano più pubbliche che mai. Non solo nel raccontare, testimoniare, condividere quanto succede. Ma soprattutto nell’offrire la capacità im-mediata di creare relazioni, trovare contatti, sviluppare reticoli di conoscenze.

E’ tutto un mondo in divenire dove l’unica certezza, per ora, è che i media saranno sempre meno importanti. Dalla comunicazione dei media, centrata sui media al punto tale che i media erano il messaggio, ci muoviamo velocemente verso una comunicazione im-mediata, dove i media hanno sempre meno influenza e dove, viceversa, il messaggio non è più vincolato ad un inizio e una fine: non c’è più “un” messaggio perché la realtà, la vita, il mondo sono loro stessi la comunicazione.

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