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L'industria dei videogame guarda ai bambini

25/10/2007

Secondo la società di ricerche NPD Group ormai l'industria video ludica si rivolge prevalentemente alla fascia d'età che va dai 2 ai 17 anni, che costituisce lo zoccolo duro dei videogamers, con più di 16 ore alla settimana passate davanti al monitor. E le strategie di marketing si rivolgono ai giovanissimi.

Un recente studio di NPD Group rivela che i bambini dell' età compresa tra i due e gli otto anni sono quelli che hanno incrementato maggiormente il numero di ore settimanali dedicate ai videogame. Nell'ultimo anno, l'aumento del tempo trascorso dai piccoli videogiocatori davanti al monitor è stato pari al 75 per cento.
Lo studio ha rivelato che tra i due e i diciassette anni, tutti i giovani hanno accresciuto il numero di ore settimanali di video gioco. Ma è tra i sei e gli otto anni che i bambini raggiungono lo status di veri e propri giocatori. Infatti, non soltanto il tempo trascorso giocando aumenta ulteriormente, ma i bimbi iniziano a diversificare tra consolle di casa e portatile. Sono loro le "prede" più ambite dell'industria del videogame, perché rappresentano presente e futuro. I ragazzini sono stati classificati in: utenti light ( al massimo 4 ore settimanali), medium, heavy e super (con più di 16 ore alla settimana). Il 58 per cento dei giovanissimi utilizza per giocare il pc, a loro più accessibile per la natura dinamica di Internet, e conveniente per le aziende che operano nel settore rispetto all'universo delle consolle. Proprio queste ultime beneficeranno del fatto di trovare giovani giocatori già dotati di senso critico e aspettative nei confronti di prodotti a loro misura.
Come è logico c'è chi guarda a questo fenomeno con una certa apprensione. Un bambino che trascorre ore e ore con i videogiochi è un bambino che occupa in quel modo un tempo che potrebbe usare per fare sport, stare con gli amici o anche solo portare fuori il cane. C'è chi accusa pubblicitari e produttori di essere entrati troppo in profondità nelle menti dei piccoli consumatori, attraverso messaggi sofisticati, creati appositamente per loro e ripetuti all'inverosimile. Come sempre, quando riguarda i bambini, fondamentale e la sorveglianza dei genitori, soprattutto di quelli che comprano ai figli i videogiochi che piacciono a loro.
Redazione Totem - Emanuela Di Pasqua
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