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Luna: il web è un’arma di costruzione di massa

30/11/2011

Innovazione, meritocrazia, trasparenza, piacere di collaborare sono i valori che alimentano il web e che possono essere trasferiti a qualsiasi settore dell’agire umano. Internet è nata aperta, democratica, partecipativa, bisogna saperla usare. Un’iniezione di fiducia per la platea nelle parole di _Riccardo Luna,_ protagonista dell’ultimo appuntamento del 2011 con _Segnavie._

Lasciando Padova dopo #segnavie : esperienza notevole, partecipazione contagiosa, qui c’è aria nuova.
Questo il tweet di Riccardo Luna, giornalista e primo direttore di Wired Italia, salito lo scorso 25 novembre sul palco di un Centro Congressi Papa Luciani gremito di giovani, insieme con il fondatore e direttore de Il Post, Luca Sofri per l’ultimo incontro di Segnavie 2011.
La passione, la voglia di partecipare, l’emozione grandissima, la voglia di cambiare le cose sono palpabili in sala, rimbalzano nella diretta streaming, nei tweet e nei post su Facebook e contagiano anche il pubblico più maturo. Il futuro può nascere qui. “Dobbiamo allargare il campo di gioco dell’innovazione” afferma Luna.
Un’iniezione di fiducia, una carica di entusiasmo per i giovani studenti e professionisti che riempiono la platea, un invito ad osare e ad avere coraggio che, nel metro del racconto di Luna, sveglia la voglia di fare: “Invece di cercare un lavoro, inventatelo!”
Del resto, tutti i progetti editoriali lanciati e le storie delle sue esperienze – dalla fondazione del mensile Campus (primo giornale dedicato agli studenti universitari) a quella del quotidiano Il Romanista, dai 15 anni con La Repubblica alla vicedirezione del Corriere dello Sport (primo giornalista a scrivere di Calciopoli, inchiesta di cui il giornale non permise la pubblicazione) fino alla nascita di Wired Italia – hanno dimostrato come la vera innovazione nasce dalle idee e dal coraggio di metterle in rete e diffonderle attraverso relazioni costruite e coltivate con pazienza e dedizione.
“Nel nostro paese se uno sbaglia è un fallito, invece è uno che ci ha provato”. “C’è grande voglia di innovazione e grande ignoranza digitale – continua Luna, instancabile animatore di iniziative volte a promuovere la diffusione di Internet e delle nuove tecnologie – a volte l’innovazione è una cosa facile, bisogna innescarla”
La tecnologia è strumento di facilitazione e accelerazione delle relazioni: è così che Internet e il web 2.0, nella nuova concezione di rete tra le persone e non tra macchine, diventano il perno e l’infrastruttura su cui far correre idee, progetti, collaborazioni per una nuova convivenza sociale e politica e nuovi modelli di fare impresa. Una vera e propria innovazione sociale.
“Siamo stati l’unico paese al mondo che ha vietato il wi-fi per 5 anni solo perché chi ha legiferato non sapeva nulla di tecnologia (…) Dobbiamo diventare cittadini attivi, essere cittadini passivi non paga”.
Anche la politica, sostiene Luna, si comporta meglio se sappiamo quello che fa. “Quando ho lasciato Wired ho scoperto cos’era l’open government, cioè ho scoperto che attraverso la Rete si poteva migliorare la Politica. Come? Promuovendo la trasparenza: gli americani dicono che la luce del sole è il miglior disinfettante del mondo, e allora accendiamola! La rete consente ai cittadini di sapere cosa fanno i governanti (trasparenza, liberazione dei dati), di relazionarsi con loro in tempo reale (partecipazione), segnalando problemi e soluzioni. Si parla tanto di realtà aumentata, allora perché non creare una democrazia aumentata?”
E la stampa, secondo Luna, è ugualmente corresponsabile: “La realtà è che i giornalisti scrivono per una cerchia ristretta. Dobbiamo smetterla di scrivere per noi stessi, facciamo la fatica di raccontare storie belle, importanti. Non è vero che la gente non vuole belle storie”.
Innovazione, meritocrazia, trasparenza, piacere di collaborare sono i valori che alimentano la rete e che possono essere trasferiti a qualsiasi settore dell’agire umano, dalla politica alla pubblica amministrazione fino all’impresa. Internet, che è nata “aperta, democratica, partecipativa”, è “la prima arma di costruzione di massa, tocca a noi usarla per il bene”.
Per questo, secondo Luna, è “il più potente strumento a disposizione di ciascuno di noi per cambiare il mondo”. Perché la rete infinita di persone, pensieri positivi e condivisione di conoscenza che il web è in grado di connettere, può portare ad un mondo migliore. Già nel 2003 un docente dell’Università di Stanford, BJ Fogg, cercò di dimostrare come Internet porti dentro di sé una cultura di pace. Nel dicembre 2009, attraverso Wired Italia, Luna lanciò la candidatura della rete al premio Nobel con lo slogan Internet for Peace.
La diffusione di internet e delle nuove tecnologie non è quindi una disputa tra giovani e vecchi, tra ignoranti tecnologici e smanettoni fanatici della rete, ma una questione prioritaria di scelta tra marginalizzazione e progresso, tra regressione e sviluppo, tra passato e futuro.
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