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Metti una tigre da salvare

26/07/2005

Washington: dalla ExxonMobil milioni di dollari per la salvaguardia della tigre del Bengala e accordi USA - India per la cooperazione sul nucleare

"Metti un tigre nel motore" è uno degli slogan pubblicitari più forti nell'immaginario collettivo che ci arriva dai tempi del "Carosello". Alla fine degli anni 70 l'americana Exxon, una delle famose "sette sorelle", conosciuta in Europa come Esso, lancia il personaggio del Tigre, già affermato oltreoceano. In Italia lo slogan diventerà un vero tormentone di successo insieme a vari gadget: la coda del Tigre da appendere allo specchietto retrovisore e gli adesivi per i paraurti cromati delle auto dell'epoca: la 500 L, la 600 Abarth e l'850.
Tornando ai giorni nostri, il 19 luglio,  in occasione della visita a Washington del Primo Ministro indiano Manmohan Singh, la ExxonMobil ha predisposto un annuncio di quarto di pagina sul New York Times del lunedì intitolato "Salvando le tigri". Secondo il sito web della Exxon, che ha la tigre come simbolo di brand dagli anni '30, la compagnia ha devoluto più di nove milioni di dollari dal 1995 nello sforzo di salvare i suddetti felini dal pericolo di estinzione. Mentre la conservazione della Tigre del Bengala faceva la sua parte nella rassegna stampa iniziale del Dipartimento di Stato sul summit, l'industria nucleare indiana, la guerra globale al terrorismo e gli investimenti stranieri in India erano i temi dominanti dell'incontro con il Primo Ministro. L'accordo per aiutare l'India a sviluppare ulteriormente la sua produttività di energia nucleare è stato parte di un più esteso "Dialogo sull'Energia tra Stati Uniti e India" che include inoltre un Gruppo di lavoro su Petrolio e Gas che tenterà di rinforzare la reciproca  sicurezza sull'energia e promuovere la stabilità dei relativi mercati. Anche in questa occasione, parecchie Ong, le organizzazioni non governative, hanno preso di mira la ExxonMobil, criticando la compagnia per aver violato i diritti dell'uomo e distrutto l'ambiente. Rimane da vedere se l'acquisto di spazi a pagamento su uno dei maggiori quotidiani del mondo e la campagna di salvaguardia della tigre del Bengala saranno sufficienti alla società per rifarsi dalle critiche negative.  
n.c.
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