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Nel web 2.0, il banner si apre all’utente

07/11/2008

Su Facebook l’advertisemet diventa interattivo: è possibile commentare un’inserzione pubblicitaria, donare widget aziendali, dichiarare pubblicamente il proprio amore per un brand o un nuovo prodotto.

Funzionano i banner nel mondo del web 2.0? In una rete sempre più interattiva, i cui contenuti, confini, linguaggi e significati dipendono dai suoi utenti, la tradizionale pubblicità on line stenta a evolvere verso nuove forme. I banner per poter sopravvivere nella giungla dei social network devono acquisire i tratti dell’interattività: diventare condivisibili, inserirsi nelle conversazioni degli utenti, integrarsi nelle logiche commenting.


YouTube, FaceBook, Anobii e Badoo sono media nuovi, sui quali non è possibile replicare le tradizionali tecniche di advertising online. Non si può chiedere al potenziale cliente immerso nel suo mondo di amici digitali di uscire da quel sistema per entrate in un mini sito sconosciuto, chiuso, dove gli viene di fatto precluso ogni tipo di intervento.


Un banner che veicola l’utente fuori dal suo network è destinato al fallimento. La soluzione l’ha trovata Facebook con lo sviluppo di un nuovo format di pubblicità on line: l’engagement advertisement. Una sorta di banner sociale che funziona all’interno delle pagine personali degli iscritti al network. Gli utenti non sono più costretti a uscire dal loro ambiente ma, al contrario, è il brand a entrare nella conversazione sotto forma di commento, evento, dono, adattandosi al loro comportamento.


Sono tre le nuove proposte: il Comment Style che consente agli utenti di lasciare commenti nello spazio pubblicitario, il Virtual Gifts Style con il quale i brand mettono a disposizione regali virtuali da donare ad amici e conoscenti e infine il Fan Style Ad, grazie al quale l’utente può dichiarare il suo amore per un brand o un prodotto diventandone pubblicamente fan.


A confermare la necessità di “socializzare” la pubblicità on line arriva un sondaggio di Forrester Research sul comportamento delle nuove generazioni nei social network. L’86% degli intervistati si rivolge ai suoi amici, il 79% li usa per mandare messaggi, il 65% guarda i profili delle persone non conosciute in cerca di nuovi contatti. È evidente l’uso sociale delle nuove applicazioni web 2.0, difficile che un utente-tipo di FaceBook sia interessato a informazioni sui nuovi brand e prodotti.


L’unica possibilità di successo è quella di diventare parte di quei processi sociali, sperando, ovviamente, che i commenti e gli usi concreti dei doni o widgets non siano solo negativi. Ma come sappiamo, la ricaduta sociale del web è assolutamente imprevedibile.


Serena Massimini – Redazione Cultur-e
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