Redazione
Non solo "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”. Gadda, tra il 1950 e il 1955, fu incaricato dalla Rai, di scrivere un manuale, che veniva allegato ai contratti, con il quale venivano dettate regole precise che potessero servire da guida a tutti i collaboratori dei programmi culturali (tra essi anche molti accademici) impegnati nella preparazione di scritti destinati a essere mandati in onda. In un'epoca in cui i podcast erano fantascienza, i consigli di uno dei più celebri scrittori del Novecento italiano per fare radio.
Che i più dignitosi accademici chiamati, negli anni Cinquanta, a collaborare al Terzo Programma Rai abbiano avuto un sussulto nel leggere l'opuscolo di norme redazionali allegato alla lettera-contratto non stupisce. Con una fermezza sotto la quale fremeva un'esplosiva ironia, li si invitava a bandire il tono dottrinale e l'esibitivo «io», incisi e litoti a catena, vocaboli antiquati o tecnici e mostruose forme verbali (come l’indigesto svelsero). Non potevano sapere che l'autore di quell'opuscolo era il più sovversivo degli scrittori italiani, per una volta nelle vesti di ligio e irresistibile anti-Gadda.