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Organizzare e governare il digitale

14/09/2011

Due dei maggiori esperti internazionali di strumenti digitali, _Mark Belinsky_ ed _Elizabeth Ghormley,_ rispettivamente presidente-fondatore e direttore sviluppo della no profit _Digital Democracy,_ saranno i relatori del workshop esclusivo promosso dalla Commissione per l’aggiornamento e la specializzazione professionale di Ferpi, in programma a Roma la mattina di venerdì 16 settembre.

Il workshop sul tema Dal focus sui media (mainstream e digitali) a quello su la raccolta, l’aggregazione, l’interpretazione e la trasformazione dei dati per ‘dare senso’ alla narrazione organizzativa rappresenta una straordinaria opportunità di alta formazione per professionisti, direttori comunicazione e manager di aziende, enti pubblici e organizzazioni sociali.
Ferpi, in occasione della sesta edizione del corso in Public Diplomacy in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, organizza venerdì 16 settembre presso il Centro Congressi Cavour (via Cavour, 50/a), dalle 9.00 alle 13.00, un seminario tenuto Mark Belinsky ed Elizabeth Ghormley, rispettivamente presidente-fondatore e direttore sviluppo della no profit Digital Democracy.
Background
È l’11 settembre del 2001 (data dell’attentato alle Torri Gemelle e non casualmente) che parte l’avventura del giovane americano di origini russe Mark Belinsky, allora diciottenne ma già un piccolo guru di videogame e oggi fondatore e presidente di Digital Democracy, la no profit che da New York opera in tutto il mondo per ‘educare al digitale’, ‘organizzare il digitale’, ‘governare il digitale’ con l’obiettivo di abilitare le comunità marginalizzate ad appropriarsi degli strumenti digitali per costruirsi un futuro migliore. I progetti operativi di Digital Democracy si sono finora realizzati in Europa, Medio Oriente, nel Caucaso, Sudest Asiatico, Africa del Sud, Haiti e negli Stati Uniti.
Laureato alla Johns Hopkins University in Sociologia e Media, con specializzazioni in Tecnologie, Sviluppo Internazionale e Film Documentari, Mark afferma che le tecnologie occidentali vengono usate in tutto il mondo in situazioni anche di grande pericolo, e spesso non si ha nozione di come proteggere gli individui e i loro diritti umani nell’utilizzo delle ICT, anche quando non vengano utilizzate direttamente da attivisti o agenti del cambiamento. Per di più, così come da bambini abbiamo imparato a leggere e scrivere, così oggi è decisiva l’acquisizione di conoscenze tecniche (e non solo culturali) per raccogliere, aggregare, disaggregare, interpretare e ‘dare senso’ alla infinità di dati disponibili per raccontare noi stessi e le organizzazioni con e per le quali lavoriamo.
Elizabeth – Biz – Ghormley, stessa età di Marc, ha conseguito un master in Public Relations e Corporate Communication alla New York University con una tesi – pubblicata dall’importante Institute for Public Relations, dedicata a Communicating Responsibility. Oggi è Direttore Sviluppo di Digital Democracy e considera la comunicazione pienamente integrata nel cambiamento sociale e l’innovazione. Ha iniziato il suo percorso come investigatore per l’Ufficio della difesa del Tribunale del Distretto del Bronx, adattando e trasferendo concetti e tematiche attraverso vaste differenze culturali, razziali, educative e linguistiche. Ha poi esercitato attività di stakeholder engagement e di raccolta fondi con il Global Compact e altre organizzazioni non profit.
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