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Recessione: i possibili effetti sulla stampa e le PR

10/10/2008

Chiusure e licenziamenti tra le testante americane. Nel Regno Unito due big agency propongono alle imprese in crisi un pacchetto di pronto intervento RP. Probabile una frenata degli investimenti nella CSR.

“The New York Sun” ha chiuso i battenti. Per rendersi conto dei motivi basta leggere il misurato quanto laconico editoriale di commiato del direttore Seth Lipsky. Il giornale non è più in grado di onorare i propri investimenti. E da tutti i possibili partner a cui si è rivolto ha ricevuto un cortese e rispettoso no. A detta degli esperti questa quotidiano era una delle più brillanti start-up nel mondo del giornalismo americano. In soli sette anni era riuscito a ritagliarsi una fetta di affezionati lettori e inserzionisti in una città dove il mercato delle informazioni è quanto mai saturo.


È colpa della recessione, lascia intendere il direttore, “un mese terribile, per non parlare di questa settimana”, scrive il 30 settembre. Ma quelle successive sono state anche peggio. Secondo la rivista “PRWeek” quello del “Sun” non è un caso isolato. Semmai il più eclatante di un fenomeno appena iniziato: la corsa dei media a ridurre ranghi, servizi e investimenti per attutire la bufera. Il Los Angeles Times ha lasciato a casa 50 dipendenti su 75 e perfino il New York Times, che non naviga certo in cattive acque finanziarie, ha deciso di tagliare alcuni servizi ai lettori.


Secondo “PRWeek” UK, invece, la recessione potrebbe riservare al mondo del PR un effetto di segno diverso, rispetto alle conseguenze per i media. Due grandi PR Agency, infatti, stanno provando a utilizzare il momento negativo per aprire un nuovo canale di business. Ogilvy UK, rivela il settimanale della pubbliche relazioni, sta sviluppando un pacchetto di strategie comunicative da offrire alle imprese colpite dalla crisi. Con lo stesso obiettivo Brighter Group ha creato una serie di soluzioni anti-credit crunch chiamato “Brigter Lite” e composto da un menu basic di servizi.


“Da quattro-cinque anni a questa parte le agenzie hanno focalizzato la loro attività soprattutto sulla reputazione e le soluzioni di Corporate Social Responsibility – dice a PRWeek Ash Coleman-Smith di Ogilvy –. Ma se la recessione si acuisce è probabile attendersi un taglio ai programmi di CSR”.


Rosario Vizzini – Redazione Cultur-e
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