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Reputazione on line: in aumento le società di gestione
06/07/2011
La reputazione on line di un brand è un aspetto talvolta sfuggente e di difficile gestione. In tutto il mondo sono in continuo aumento le società che cercano di gestirla. Ma non si tratta di una scienza esatta come dimostra un rapporto di _Adweek._
Abbiamo visto tutti come i commenti degli utenti possano avere un effetto negativo sulla reputazione di un’azienda. Ora, molte società di gestione della reputazione on line cercano di aiutare i clienti a reagire.
Adweek ha recentemente parlato con alcuni di questi imprenditori, tra cui Andy Beal, CEO di Trackur e autore di Radically Transparent: Monitoring and Managing Reputations Online, che ha evidenziato come nel corso degli ultimi anni ci sia stata “una proliferazione di queste aziende”.
Secondo Adweek, sono almeno 74 (il giornalista smesso di contarle raggiunto questo numero!).
Il problema di questo tipo di società è che non esiste una scienza esatta in grado di “ripulire” la reputazione on line di un brand. Come Danny Sullivan di Search Engine Land ha affermato su Adweek ha detto: “Nessuno è in grado di garantire di poter fare qualcosa per te.”
Andy Beal ha anche ammesso che “vengono spese migliaia di dollari al mese, ma in ogni caso il tasso di successo sarà nel range dal 20 per cento al 40 per cento. A seconda delle esigenze e di quanto sia malmessa la reputazione aziendale potrà essere un successo o si potranno contenere i danni".
Questa pratica non consiste necessariamente nello sbarazzarsi di contenuti potenzialmente dannosi, ma nel seppellire il brand di contenuti positivi con un processo chiamato “soppressione”. Poiché gli utenti tendono a non andare oltre la prima pagina dei risultati di ricerca, la soppressione si concentra sulla prima pagina – specificatamente sulle prime occorrenze.
Adweek evidenzia che questa pratica di inondare il web di contenuti positivi per seppellire i sentimenti negativi, può essere invertita, come è avvenuto con il senatore Rick Santorum. Le dichiarazioni anti-gay di Santorum hanno ispirato uno scrittore a coniare un neologismo poco lusinghiero per il suo nome, che rappresenta ormai i primi risultati di ricerca di Google.
_Tratto da PR Daily