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Restare a casa

05/01/2021

Redazione

Il tema della casa e della domesticità esaminato alla luce dell’evoluzione dei media e degli attuali scenari globali, che ci obbligano a riconsiderare le categorie di spazio e tempo. La trasversalità della casa nella narrazione pubblicitaria e in quella televisiva, la sua consistenza nel “discorso” di Ikea, utopico e disciplinare, il nuovo “voyerismo domestico” nato con le Instagram stories e il personal storytelling dei VIP, così come il vissuto degli italiani durante il lockdown, sono soltanto alcuni dei temi trattati.

Oggi il tema della casa sembra giunto a un bivio: da un lato l'idea tradizionale di luogo antropologico o sociologico della famiglia, del matrimonio, delle relazioni significative, dell'identità, della socializzazione; dall'altro, la casa come sede di lavoro instabile, flessibile e smart, reso moderno dall'incorporazione di nuove tecnologie, restituito pubblicamente attraverso l'occhio di una telecamera sulle piattaforme digitali e i social network, soggetto a spinte omogeneizzanti e differenzianti in una crescente mobilità e precarietà degli individui. Così, l'esperienza dell'abitare - che rimane un'esperienza soggettiva pur all'interno di dinamiche familiari e processi collettivi - muta alla luce del cambiamento sociale e di nuovi paradigmi. L'esperienza del Covid-19 ci ha insegnato poi a restare a casa e l'abitazione è stata identificata come la risposta all'emergenza sanitaria, a partire dalle restrizioni di movimento; nondimeno, il ripiegamento nel privato si è accompagnato a spinte ideali e a un senso di appartenenza collettiva. "Io resto a casa" è divenuto il motto globale durante la pandemia, sinonimo di responsabilità e rispetto delle regole.

Eppure, se la casa è il luogo in cui da sempre si manifesta la distinzione pubblicoprivato, oggi, dopo l'esperienza del lockdown e anche grazie alla domesticazione delle tecnologie, allo smart working e alle piattaforme di comunicazione digitale, molti di noi sperimentano una sorta di crollo di sipario o "collasso dei contesti" tra retroscena e ribalta, tra ambito lavorativo e sfera privata.

Il volume esamina il tema della casa e della domesticità alla luce dell'evoluzione dei media e degli attuali scenari globali, che ci obbligano a riconsiderare le categorie di spazio e tempo. La trasversalità della casa nella narrazione pubblicitaria e in quella televisiva (il Grande Fratello), la sua consistenza nel "discorso" di Ikea, utopico e disciplinare, dove ogni cosa è al suo posto, il nuovo "voyerismo domestico" nato con le Instagram stories e il personal storytelling dei VIP, così come il vissuto degli italiani durante il lockdown, sono soltanto alcuni dei temi qui trattati.




Restare a casa

Narrazioni della domesticità e nuove forme comunicative dell'abitare
L. Minestroni
FrancoAngeli, 2020
pp. 226, € 27,00

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