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Rp: ripartire da ‘cardo e decumano’ per la costruzione di una società civile

13/05/2010

Nelle ultime settimane, da una delle parti più ibride del settore della comunicazione, quella linea di confine dove il giornalista gioca anche il ruolo di relatore pubblico, è venuto un attacco gratuito e pubblico, su una testata di settore, alla onorabilità della professione ed al ruolo delle associazioni. Assorel ha risposto alle critiche attraverso il commento della sua vicepresidente _Filomena Rosato_, che vi proponiamo con interesse.

di Filomena Rosato
Che respiro dell’anima sentire che Cardo e Decumano, ovvero l’impianto urbanistico della Città Romana, sono il fondamento del progetto avveniristico, quanto poetico, della elaborazione del Masterplan per l’ Expo 2015. Parigi e New York si sono sviluppate su questo stesso schema e da qui riparte idealmente Milano, sogno e chance per il suo rilancio e futura nuova affermazione.
Sentirsi orgogliosi del tramandarsi di questa cultura, di farne parte e condividerla è una risorsa. In una società in cui le competenze tendono a diventare rapidamente obsolete e la qualità del lavoro (artigianale, intellettuale) viene penalizzata – a vantaggio del più prosaico profitto che quel lavoro stesso può generare – ciò che può fare la differenza è la costruzione di una identità professionale forte, la conquista del suo riconoscimento e la sua difesa. Parliamo di autorevolezza generata dalla competenza, dalla capacità di essere credibili, dall’etica dei comportamenti, vero banco di prova al quale sono chiamati a rispondere, in un mercato in continua quanto rapida evoluzione, intere categorie professionali e tra queste certamente anche le relazioni pubbliche, di ‘vecchia’ e nuova generazione.
Sebbene siano stati fatti notevoli passi avanti, ai livelli alti dell’economia del nostro Paese, nel riconoscimento del ruolo centrale delle relazioni pubbliche nella vita dell’impresa, la nostra professione sembra ancora in attesa di ricevere piena dignità di soggetto economico attivo. Le relazioni pubbliche sono partner professionali di aziende e istituzioni in un legame de facto legittimato dalla realtà di decenni di lavoro e di impegno da parte di molti.
E nello stesso tempo, forse perché non legittimata, l’esercizio della professione è esposto all’arbitrio di alcuni. Farsi promotore della cultura delle relazioni pubbliche utilizzando lo strumento della formazione è l’impegno di Assorel nella continua definizione dei propri confini e valori per soddisfare la domanda di un mercato sempre più esigente e competitivo. La risposta a performance sempre più avanzate nell’offerta di consulenza e di servizi passa anche attraverso l’impegno ad essere concettuali.
Definire la nostra professione è sempre più complicato, ma fondamentale per la sua affermazione. La sfida consiste nel riuscire a mettere in atto un metodo in cui la spinta ad intellettualizzare i temi non perda di vista la concretezza e la comprensione stessa della nostra professione. Questa è la mission intrapresa da Assorel con la sua Academy, humus di coltura per quell’ educazione civica a cui fa riferimento il corsivo anonimo di Pubblicità Italia del 23 Aprile scorso e nostra solida premessa per la costruzione di un’etica del lavoro che ha una radice universale.
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