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See, Think, Touch: tre approcci papali alle Rp

13/06/2014

Tre papi, tre differenti approcci alla comunicazione. Nel paper che _Giovanni Tomassetti_ e _Toni Muzi Falconi_ presenteranno alla quinta _International History of Public Relations Conference_ di Bournemouth, gli autori ripercorrono i tre ultimi pontificati evidenziando come una gestione delle relazioni con gli stakeholder sia fondamentale per qualunque organizzazione.

La quinta International History of Public Relations Conference si terrà mercoledì 2 e giovedì 3 luglio a Bournemouth, in Inghilterra.
La Conferenza è organizzata dal Public Relations Research Group della Media School dell’Università di Bournemouth. Si tratta di un’occasione per studiosi, storici e professionisti delle Rp di tutto il mondo che desiderano incontrarsi, condividere paper e discutere la storia delle relazioni pubbliche.
Durante l’edizione di quest’anno, Giovanni Tomassetti e Toni Muzi Falconi presenteranno un paper dal titolo See, Think, Touch: three recent sequential Papal approaches to public relationships.
Negli ultimi 36 anni, tre papi con personalità molto diverse hanno guidato il Vaticano, una delle più grandi aziende del mondo – esiste da più di 2000 anni – attraverso un ambiente in costante evoluzione e hanno affrontato una complessa varietà di problemi interni ed esterni che hanno messo alla prova la sua stessa sostenibilità. I contesti storici e geopolitici diversi hanno giocato un ruolo cruciale nella definizione dell’agenda della Chiesa, così come la più recente evoluzione del sistema dei media globali.
Gli autori, in questa analisi basata su un’intensa consultazione dei documenti e di interviste in profondità con i migliori esperti, osservatori e protagonisti del Vaticano hanno preso in considerazione queste variabili esterne, combinandole con le personalità e le abilità comunicative specifiche di ciascun Papa.
Tre diversi approcci: “visivo” per Giovanni Paolo II che, fin dai primi giorni del suo pontificato, ha ben compreso la potenza dei canali di comunicazione visiva, riconoscendo ed utilizzando pienamente il potere della televisione; “riflessivo” per Benedetto XVI, pontefice concentrato sugli aspetti dottrinali e teologici che ha dimostrato scarso interesse per il sistema mediatico ed infine “tattile” per Francesco, il Papa che ama essere circondato di persone, abbracciare i suoi fedeli, riducendo le distanze, anche fisiche, tra la Chiesa ed il suo popolo.
Giovanni Tomassetti e Toni Muzi Falconi ripercorrono la storia dei tre pontificati ed il loro approccio con i media e con i propri stakeholder. Un percorso avviato nel 1963 con il Concilio Vaticano II. Da quel momento “l’immagine pubblica della Chiesa è cambiata: una Chiesa che comunica piuttosto che scomunica, che stabilisce un dialogo piuttosto che condanna”.
Se le voci saranno confermate e prima del prossimo autunno Francesco nominerà un nuovo portavoce, nel contesto di un nuovo Vatican Global Media Center progettato e alimentato da decine di consulenti accuratamente selezionati, la scelta evidenzierà una nuova modernità ed sottolineerà come le organizzazioni abbiano iniziato a transitare dal considerare le relazioni con gli stakeholder da un semplice nice-to-have ad una caratteristica fondamentale e strategica del loro core business.
Clicca qui per leggere la versione integrale del paper (in inglese).
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