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Ti ho votato, e ora ti tradisco: un lamento di Paolo D'Anselmi
27/04/2005
E liberaci dal secondo mandatoCaro politico che ho votato per te, ti scrivo questa mia per dirti che io ti tradisco. È stato un caso che tu ed io ci siamo ritrovati dalla stessa parte, ma adesso che tu hai vinto io mi separo da te. Adesso che tu vai a rifugiarti sotto il dentino protettivo di Vespa io spengo la tele e torno al libro di storia. Ora che t'impasti col telegiornale, ho la labirintite da quotidiano: Bossi sta male ma le foto lo mostrano in aula; e Bush sta facendo quello che si prevedeva nei dibattiti pre e post elezione? E Ocalan, è vivo o morto?Quando al mattino aprirai la mazzetta per vedere quanto ti citano, io sarò in fila all'ufficio comunale a chiedermi perché ci sono più impiegati dietro lo sportello che clienti fuori. Sarò appeso alla cornetta dei call center Telecom, refrattari anche ai colpi di fax; sarò al capezzale del mio server, vessato dalle interruzioni Enel, come fu per la neve del 56.Adesso che hai fatto il landslide e dichiari superflue le primarie, io resto elettore con l'arsura di facoltà decisionale sulle liste dei candidati. Adesso che fendi il traffico con auto dall'occhio rotante, io torno sull'autobus paralizzato dalle auto private come un globulo rosso in mezzo al colesterolo. Adesso che ti vanti della gestione pompieristica delle folle oceaniche, io torno al quotidiano individuale del counter Alitalia e della giustizia senza tempo.Adesso che sei travolto dal rinnovo contrattuale del personale interno alla tua regione e dalle quote dei dirigenti in capo ai partiti, nei tuoi pensieri hai solo statali e comunali, dipendenti di municipalizzate e partecipazioni statali, grandi aziende private, autisti, tassinari, medici e burocrati delle asl. Adesso che ti preoccupi degli scioperi dei garantiti, io torno a fraternizzare con i non garantiti: i dipendenti delle micro imprese, i cococò che non si sentono precari, baristi e bottegai, comunque soggetti a concorrenza. Commercianti titolari e impiegati, preti non cattolici, ambulanti, rotanti e occasionali.Mentre mi dai del qualunquista, ho empatia per te che sei giunto al potere e gli allor ne sfrondi, vedi anche tu un problema di cultura sociale e civile, per cui e qui forse concordiamo è vero sì che il pesce puzza dalla testa, ma pure la coda fa la sua parte. E comprendo che ricevi una eredità impossibile di irresponsabilità personale e sociale. E ci sono notti in cui ti rendi conto che Berlusconi è più il frutto che la spora. Non t'accanire dunque a spiegare ex post perché hai vinto. Basta non credere che sei migliore di quello che hai sconfitto. Sei l'altro, come il vestito buono di Tom Sawyer.Io ti tradisco, non contare su un secondo mandato. Prova anche tu a farlo: liberati dall'incubo del secondo mandato e filerai teso come il motociclista che non teme la piega. Tutte le tue energie saranno applicate a fare bene nei prossimi quattro anni, senza tatticismi dall'esito incerto. Non preoccuparti adesso di fare piani e programmi, comincia dai consuntivi, fai il censimento del casino che trovi. Attiva la misurazione di soldi e persone. Porta alla luce i dati dei controlli interni, da tutti dimenticati. Chiedi contezza di chi fa cosa. Fai il benchmark con le altre regioni d'Italia e con l'estero. Questa sola attività avrà una forza rivoluzionaria. Sforzati di mostrare la realtà. Non fare il superlegislatore di regole che non verranno attuate, non metterti a studiare nuove leggi. Apprezza solo il tuo impatto sulla realtà. Scendi dai rostri e smetti di annunciare. Sparisci. Chiuditi nella tua stanza e passa sotto la porta fogli sparsi di bilancio sociale.
Paolo D'Anselmi