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Vita da ufficio: non c'è tempo per la cortesia
16/05/2006
Inciviltà e rozzezza si rivelano come caratteristiche comuni del comportamento sul lavoro. Uno studio inglese mostra in che forma l'inciviltà invade la vita lavorativa della maggior parte di noi.
È controproducente, abbassa morale e produttività, diffonde pessimismo. Eppure, dal 1998 a oggi l'inciviltà sul lavoro è cresciuta, ed è arrivata a interessare dal 20 al 48 per cento dei lavoratori. Neanche a dirlo, i più colpiti dall'incapacità di essere cortesi sono proprio i capi, quelli che hanno in mano il potere: tendono a sfruttare la loro posizione di supremazia, e sembrano dimenticare un po' troppo spesso le fondamentali regole dell'educazione.
Sentirsi dire davanti ai colleghi che il proprio lavoro fa schifo, ricevere spiacevoli messaggi, subire l'uso e l'abuso delle e-mail per richiami e lamentele, anche quando il mittente è a distanza di pochi metri ma vuole evitare uno scambio di idee faccia a faccia non essere salutati: si tratta di atteggiamenti che sviluppano in chi li subisce una vasta gamma di sentimenti negativi, dalla scontentezza, passando per la svogliatezza e quindi la mancanza di produttività, fino al desiderio quotidiano di cambiare lavoro.
Così raccontano i soggetti che hanno partecipato all'indagine citata dal Financial Times (su abbonamento) e promossa da Christine Porath, dell'università californiana Marshall School of Business: il 42 per cento degli intervistati ha risposto che non c'è tempo per essere piacevoli, il troppo lavoro risucchia le energie, e probabilmente anche la memoria, quella dell'educazione. Le interpretazioni del fenomeno possono essere molteplici. Nigel Nicholson, professore alla London Business School, sostiene che la colpa è da attribuire all'erosione della gerarchia e dell'autorità, che, assieme alla crescita di una società pluralistica, hanno lasciato le persone senza un'idea di come non rendersi insopportabili sul posto di lavoro. Quello che manca è un codice di comportamento. Qualcosa di sicuro si può però sostenere: l'intimidazione e lo svilimento sono tattiche che oggi si rivelano inefficaci, in quanto se in passato i lavoratori erano più propensi a sottomettersi, ora le reazioni più comuni rivelano che generalmente si reagisce, e non bene. Sempre di più, non si accetta né di essere ignorati, tantomeno di essere sottovalutati.
Serena Patierno - Totem