Volontari per (comunicare) l’Europa
13/06/2012
Difendere e rilanciare l’Europa unita attraverso un progetto di comunicazione. E’ l’idea che _Andrea Ferrazzi_ ed _Emilio Conti_ propongono al presidente Ferpi, _Patrizia Rutigliano,_ e ai colleghi in questa lettera aperta.
Caro Presidente,
scriviamo a te nella speranza che la nostra associazione possa farsi interprete di un’iniziativa che riteniamo di importanza vitale, dato che riguarda una delle conquiste più grandi della storia contemporanea: l’Europa unita. Prendendo spunto dalla bella proposta dei volontari della comunicazione per le zone terremotate dell’Emilia, ci chiediamo e ti chiediamo se non sia il caso di rilanciare questa idea su scala più ampia e su uno scenario assai diverso: quello, appunto, dell’integrazione europea. Sappiamo infatti che, più che di assestamento, le scosse che stanno attraversando il vecchio continente rischiano di essere preparatorie di un sisma dagli effetti catastrofici sulla vita di milioni di persone. Anche se è difficile prevedere le conseguenze, molti analisti sostengono che la disintegrazione dell’euro provocherebbe, oltre a forti tensioni sociali, anche la fine del progetto comunitario.
Secondo recenti sondaggi, pare che un’ipotesi del genere, che dovrebbe mettere i brividi e generare reazioni forti e diffuse, sia accolta da una percentuale significativa degli italiani, soprattutto più giovani, quasi con indifferenza. In un recente editoriale, Angelo Panebianco ha spiegato in modo efficace le ragioni di questo sentiment: “Coloro che hanno vissuto l’età del disordine e ricordano le morti violente e il senso di costante insicurezza, coloro che sentono ancora, se chiudono gli occhi, l’odore della paura per la sopravvivenza propria e dei propri cari – scrive – si adoperano perché quei tempi non tornino più. Ne seguiranno sforzi individuali e collettivi tesi ad assicurare una forma di «pace perpetua» (dentro le società e fra le società affini), un ordine che si spera di costruire su basi solide”. Ma con il passare delle generazioni, il ricordo dell’antica barbarie si logora, mentre cresce l’illusione che quelle pagine appartengano solo ai libri di storia. E che, quindi, non ci riguardino più. E’ per questo, anche per questo, che l’Europa unita perde consensi, come dimostrano gli esiti delle recenti elezioni.
E’ possibile intervenire per (cercare di) porre rimedio a questo trend negativo? A nostro avviso, sì. E’ per questo che chiediamo un impegno concreto di Ferpi, suggerendo la costituzione di una squadra di Volontari per (comunicare) l’Europa, che si prefigga l’obiettivo, certo ambizioso, di riconquistare il cuore dei cittadini, in modo da riportare il consenso verso il processo di integrazione europea a livelli quantomeno accettabili. In che modo? Proviamo a fornire qualche spunto. Si potrebbe, ad esempio, definire un protocollo che contenga alcune soluzioni utili da proporre alle istituzioni. Ne suggeriamo tre: 1) garantire un’assistenza gratuita per azioni di comunicazione concordate e coordinate, in modo da far conoscere in modo diffuso le ragioni che hanno portato alla costituzione dell’Europa unita e i rischi che si correrebbero in caso di fallimento del progetto; a questo proposito, Ferpi potrebbe stimolare il governo affinché 2) renda obbligatorio nelle scuole (come materia specifica) l’insegnamento della storia dell’integrazione europea e del funzionamento delle istituzioni comunitarie e 3) trasformi il 9 maggio in una giornata di festa nazionale: solo così tutti saprebbero che proprio quel giorno del 1950, a Parigi, l’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman propose di creare per l’Europa una nuova forma di cooperazione politica, che avrebbe reso impensabile una guerra tra le nazioni europee.
La “dichiarazione Schumann” è considerata l’atto di nascita dell’Europa unita e l’avvio di un processo che, sino a pochi mesi fa, appariva irreversibile. Non è più così, purtroppo. Sappiamo che una grave minaccia incombe sull’Europa. Per evitare che si materializzi è indispensabile mettere in campo energie, idee, proposte e iniziative. Il Sole 24 Ore ha lanciato con coraggio e lungimiranza il Manifesto per gli Stati Uniti d’Europa, in vista del fondamentale appuntamento di fine mese. Anche Ferpi può fare la sua parte. Non restiamo a guardare.
Andrea Ferrazzi ed Emilio Conti