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Web 2.0 e le implicazioni per la didattica

19/03/2009

Condivisione, partecipazione, interazione, dinamicità, multimedialità e aggiornamento costante sono alcune parole chiave che Giovanna Arcaini usa per descrivere il 'web 2.0'. L'innovativo ambiente che sostiene la collaborazione in rete e la condivisione tra gli utenti ha dato vita ad una seconda generazione di servizi e strumenti di comunicazione.

di Giovanna Arcaini


Con la diffusione sempre più capillare di Internet il computer si sta via via trasformando in una tecnologia condivisa, cioè una tecnologia che coinvolge moltissime delle attività quotidiane che svolgiamo.
Attraverso Internet quotidianamente possiamo, ad esempio, leggere il giornale, comunicare con altre persone fisicamente distanti (per via testuale, audio e video), ricercare informazioni, acquistare prodotti, gestire il conto corrente, seguire un corso a distanza; questa lista potrebbe continuare a lungo, ma è sufficiente per dimostrare la pervasività di questo mezzo di comunicazione.


Il web, d’altronde, sta attraversando in questi ultimi due/tre anni una grande trasformazione, al punto che alcuni esperti hanno definito il nuovo volto che sta assumendo la rete “web 2.0”, a sottolineare, come avviene per i software, uno stacco piuttosto netto tra il web precedente e questo suo nuovo sviluppo: esso costituisce un approccio innovativo all’uso della rete, caratterizzato da una generalizzata ed estrema condivisione di risorse e dalla posizione ancora più centrale assunta dall’utente comune.


Si sta dunque creando una seconda generazione di servizi e strumenti di comunicazione basati sulla rete Internet che sostengono la collaborazione in rete e la condivisione tra gli utenti; alcune parole chiave di questo ambiente innovativo sono: condivisione, partecipazione, interazione, dinamicità, multimedialità e aggiornamento costante.


Condivisione


Sempre più i siti web sono composti dall’assemblaggio di “pezzi” di autori indipendenti , una sorta di sviluppo open source, in cui ognuno, lavorando su una piccola parte di codice, contribuisce al risultato collettivo della versione finale del software. Questo porta alla costituzione di siti internet modulari, composti ciascuno da spezzoni originali insieme a contenuti ripresi da altri siti, riorganizzati , che formano insieme un collage costruito collettivamente.


La riutilizzazione delle informazioni è il risultato principale di questa nuova modalità di assemblaggio dei contenuti della rete; un esempio ormai diffusissimo nel web è, la tendenza ad inserire nei post dei blog video tratti da grandi portali come YouTube o Google video; i video sono spesso opera di altri autori, ma vengono citati, commentati, utilizzati, per esemplificare i contenuti esposti nel blog.


Partecipazione


I servizi e gli strumenti del Web 2.0 trasformano ogni utente da consumatore in partecipante, da
utilizzatore passivo in autore attivo di contenuti, messi a disposizione di chiunque navighi in Internet.. Chiunque è dunque in grado di diventare “editore di se stesso” e di pubblicare, a costo zero e senza la necessità di competenze tecniche approfondite, contenuti multimediali in rete; sono noti a tutti il crescente sviluppo del fenomeno dei blog, strettamente legato a questa dimensione partecipativa della rete, come anche la diffusione di grandi progetti di partecipazione attiva alla creazione di contenuti come Wikipedia (l’enciclopedia on line aperta ai contributi esperti volontari).


Questi contenuti possono a loro volta essere riutilizzati da altri utenti ed entrare a far parte di altri siti, che si occupano magari di argomenti diversi, innescando un meccanismo di citazioni e di rimandi tra testi, immagini e video prodotti da utenti comuni e non esclusivamente dai grandi circuiti editoriali tradizionali.


Questo fenomeno sociale legato alla generazione e distribuzione di contenuti sul web, caratterizzato da una comunicazione aperta e condivisa, dalla decentralizzazione dell’autorità e dalla libertà di riutilizzazione dei contenuti, sta man mano portando ad una reale “architettura di partecipazione”; siti Internet come Flickr sono interamente fondati sul contributo di milioni di utenti, che inseriscono e catalogano le loro foto, condividendole con tutti i potenziali utilizzatori.


Interazione


Oltre a diventare produttori di contenuti, nel web 2.0 gli utenti comuni collaborano attivamente alla loro catalogazione: una tale proliferazione di informazioni sarebbe infatti difficilmente utilizzabile se non fosse associata a qualche forma di etichettatura dei contenuti, che ne renda possibile in modo relativamente semplice il reperimento. Nei siti web di ultima generazione, quindi, le risorse e le informazioni inserite dagli utenti vengono contestualmente etichettate, provviste cioè di parole chiave che ne classifichino la tipologia e i contenuti.
Queste parole chiave (o metadati) vengono a volte proposte visivamente sotto forma di “clouds” (nuvolette), per suggerire in modo immediato quali sono le parole chiave più frequenti (macro chiavi).


Conseguenza diretta di questo sistematico lavoro di catalogazione è la nascita di siti dedicati specificamente all’archiviazione di link a pagine di rete etichettate per parola chiave e quindi facilmente reperibili; delicious.com è uno di questi, divenuto ormai il punto di riferimento in rete per milioni di utenti.
Attraverso questo sito, una volta trovate le pagine che altri utenti della rete hanno selezionato ed etichettato con una determinata parola chiave, è anche possibile scoprire chi sono questi utenti, e quali altre pagine hanno selezionato, creando così un’interazione costante tra persone che condividono l’interesse per le stesse categorie e tipologie di contenuti (social bookmarking).


Si delinea dunque, attraverso questo fenomeno denominato social bookmarking, la tendenza a creare un contenuto più organizzato e categorizzato, con una architettura profondamente basata sul collegamento tra le informazioni contenute nei metadati, che servono a descrivere e classificare i contenuti.


Dinamicità


Con il web 2.0 si delinea il passaggio da siti web costruiti come depositi statici di informazione a pagine Internet dispensatrici di contenuto condiviso ma anche di applicazioni, e quindi a piattaforme di rete che “servono” applicazioni web agli utenti finali. Per i contenuti condivisi è lampante in questo senso l’esempio di Wikipedia, l’enciclopedia di rete creata e aggiornata dagli utenti; a differenza delle enciclopedie tradizionali, il fatto che i suoi autori siano potenzialmente la globalità di utenti di Internet ne rende il contenuto perennemente in corso di aggiornamento e mai definitivo.


Multimedialità


Con un tasso di crescita veramente impressionante, il web sempre più si sta trasformando in una piattaforma di tipo multimediale. I fenomeni YouTube e Google video, solo per citare i due principali, stanno letteralmente invadendo la rete, e, insieme, modificando alcune delle nostre abitudini. Il web 2.0 è strettamente connesso a questo spiccato orientamento alla multimedialità: i video in rete non solo possono essere guardati, ma anche creati, condivisi, commentati, linkati, discussi, ecc. .secondo le tendenze più recenti si sviluppo della rete.


Aggiornamento costante


Sulla base di queste parole-chiave, il web si sta trasformando da un insieme di singoli siti ad una vera rete di pagine in grado di interagire ed elaborare le informazioni collettivamente. I servizi e gli strumenti del Web 2.0 trasformano potenzialmente ciascun utente da consumatore a partecipante,
da utilizzatore passivo ad autore attivo di contenuti dinamici multimediali.


Implicazioni per la didattica


Il web non è solo un serbatoio di materiali, ma un ambiente di lavoro collaborativo
Tradizionalmente, la rete Internet è utilizzata per reperire materiali autentici da proporre in classe:
le sue capacità di contenere e diffondere testi di varia natura, insieme alla semplicità con cui tali
testi possono essere ricercati al suo interno, ha convinto tanti insegnanti, anche i più restii all’uso delle tecnologie, ad avvicinarsi gradualmente al web.


Un simile uso della rete, benché abbia di per sé una sua efficacia concreta, risulta tuttavia di gran lunga riduttivo rispetto alle reali potenzialità del web, anche in campo didattico. Soprattutto alla luce delle caratteristiche del web 2.0 descritte sopra, la rete Internet, se usata in modo non occasionale (non solo per cercare testi), può rivelarsi un efficacissimo strumento di lavoro collaborativo, in grado di modificare in profondità la natura stessa del lavoro di un insegnante.


Nel web si trovano testi dei generi tradizionali ma anche nuovi generi testuali .
La rete è comunque anche un luogo in cui reperire testi; è importante sottolineare, tuttavia, che non solo i generi testuali tradizionali sono rappresentati in rete (articoli di giornale, brani di testi letterari, testi di canzoni ecc.), ma anche generi testuali nuovi, legati strettamente allo sviluppo del web.


E’ il caso ad esempio dei blog, genere testuale nato in seno alla rete, composto da post scritti
da un autore (sugli argomenti più disparati) e dai relativi commenti, testi in genere più brevi inviati dai lettori/autori. Il blog è forse l’esempio più tipico di contenuto generato dall’utente, che non ha equivalenti al di fuori della rete. Il web, dunque, visto anche come deposito di testi da proporre in classe, ma appartenenti anche a generi testuali nuovi, strettamente connessi al web.
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